Gioca alla Playstation ma la sua squadra non è il Real Madrid. E il dettaglio, in questi tempi di voci e indiscrezioni quasi tutte di stampo spagnolo, non è trascurabile. Manuel Vargas sorride alla battuta che quasi lo aiuta a rompere il ghiaccio per la lunga chiacchierata. L’esterno viola, possente e micidiale in campo, non nasconde la sua propensione alla timidezza, caratteristica quasi essenziale per chi, come lui, si definisce «un po’ chiuso».
«E comunque — sorride ancora — alla playstation mi piace giocare a tutto e non solo al calcio. Le auto, ad esempio. Mi piacciono le corse... No, non quelle in moto. Preferisco i bolidi a quattro ruote».
Appena un anno fa, critica e tifosi la stavano quasi demolendo, che è successo?
«Forse oggi sono più tranquillo. Forse in questi mesi sono cresciuto, migliorato. Mi sono ambientato, ma vi assicuro che il Vargas del 2008 era lo stesso Vargas che lei ha davanti in questo momento».
Magari le ha fatto bene trasformarsi da terzino in centrocampista offensivo...
«Facciamo un po’ di chiarezza anche su questo. Mi piace molto giocare in avanti. Mi piace e mi trovo bene. Però non rinnego il ruolo di difensore. Anzi sono pronto a rifarlo in qualsiasi momento».
Scherza, vero?
«No. Per niente. E sono convinto che se oggi, in un periodo così positivo, dovessi tornare a correre sulla linea difensiva otterrei buoni risultati proprio come mi riesce in fase offensiva».
E lei sa che se tornasse a fare il terzino dovrebbe rinunciare a segnare qualche gol?
«Andare in rete è una bella sensazione, ma non è una cosa che mi fa diventare matto. Per me è importante solo vincere le partite. Poi i gol possono segnarli anche solo i miei compagni. Sono altruista...».
Vargas, di che colore s’immagina il suo futuro?
«E’ un problema, quello del futuro, che non mi riguarda. E’ il mio carattere a farmi ragionare e pensare così. Quello che accadrà più avanti lo valuterò al momento opportuno. Adesso, lo ripeto, vedo sul mio orizzonte solo la Fiorentina. Voglio crescere qui, voglio spingere la squadra viola in alto, poi a giugno o magari fra qualche anno, si vedrà il resto».
E a chi le dovesse chiedere se si pronto per una squadra come il Real Madrid, lei che risponde?
«Che so bene che circolano certe voci. Ma si tratta di voci e come tali vanno considerate. Non è il momento, lo ripeto, di parlare del domani».
Vargas confessa che tra poco diventerà padre di una bambina che nascerà a Firenze.
Ama leggere?
«Sì, anche se purtroppo non leggo molto».
Meglio la playstation, no?
«No, non mettiamola su questo piano. Giocare mi piace, ma una buona lettura è un’altra cosa».
Domani però c’è da pensare soprattutto da battere il Milan: che si fa?
«Conosciamo il valore della formazione rossonera, ma non dobbiamo farci prendere dall’ansia del risultato. La Fiorentina può fare del male a chiunque e per adesso lo abbiamo dimostrato in più occasioni. Quindi rispettiamo il Milan ma non lo temiamo».
Da temere, semmai c’è questa classifica cortissima.
«La stagione è ancora molto lunga e i calcoli che si fanno oggi, fra qualche mese non saranno più attuali».
Azzardiamo il pronostico: Fiorentina-Milan 1-0, gol di Vargas. Contento?
«Vabbè... ma mica siamo alla playstation...».
Un’altra risata e Vargas scappa sulla fascia.
«Corro a casa — annuncia —, a fare il papà».
