| SE NON FOSSE STATA per la vittoria sulla Steaua e la qualificazione Uefa, la trasferta in Romania sarebbe stata tutta da dimenticare per i 164 fedelissimi temerari che hanno seguito la Fiorentina. La gente viola è arrivata a Bucarest alla spicciolata e dopo molte, moltissime peripezie. Tutta colpa delle condizioni meteo, che hanno fatto ritardare gli aerei; ma anche del servizio d’ordine che ha lasciato pesantemente a desiderare e infine del caotico traffico della capitale romena. Per non parlare di coloro che a Milano si sono visti cancellare il volo all’improvviso, e di quei cinque ragazzi che sono atterrati a Costanza e, da lì hanno dovuto raggiungere Bucarest in treno. Tutto per la Viola, nonostante i brividi, i piedi intirizziti dal freddo e la testa che pulsa per la febbre e l’emozione. «E’ stata un’autentica peripezia, in particolare allo stadio — racconta finalmente a casa, a Firenze, Stefania Fioravanti (viola club Niccolò Galli) —. Lasciamo perdere la descrizione dei tre bagni chimici, è stato impossibile anche sedersi: le sedute, già di per sé molto sporche, erano coperte di ghiaccio. Ma i gradoni erano un autentico attentato alla sicurezza personale, scivolosi e pericolosi». E come se non bastasse, per molti tifosi della Fiorentina è stato impossibile rifocillarsi dopo una giornata trascorsa interamente in viaggio.
RACCONTA Simone Pignatelli, responsabile della comunicazione dell’Accvc (Centro coordinamento viola club): «Il bar era un tavolo da pic-nic con una manciata di panini buttati lì e una bottiglia grande di Coca Cola da spartirsi: alla faccia della nostra fan-zone... Il pullman che ci ha portato allo stadio non era altro che un carro-bestiame, e prima dell’ingresso ci hanno sequestrato le monete che avevamo con noi». Sconcerto e proteste: «Certo che se il nostro stadio non è considerato a norma dall’Uefa, il loro dovrebbe essere semplicemente chiuso», commenta duro Federico De Sinopoli (Bomber Group), che parla di uno stadio militarizzato, di portafogli sequestrati per essere restituiti solo a fine gara, di «perquisizioni assurde». Ma tant’è. Con l’inizio della partita tutto è passato in secondo piano: «Il freddo ci ha gelato anche la gola, ma ci siamo fatti sentire lo stesso».
IL RESTO del resoconto della notte romena è passione pura. Sono cori e bandiere al vento; è l’urlo di gioia al gol di Gilardino; sono le risate di scherno in risposta alle offese in italiano cantate dagli ultrà romeni; è l’orgoglio di dire io c’ero, in quella gelida trasferta allo stadio Ghencea che ha segnato la fine dell’avventura in Champions e l’inizio di una storia, la Fiorentina in coppa Uefa un anno dopo, ancora tutta da scrivere.
Fonte: La Nazione
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